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Cascate di ghiaccio

Un mondo… di ghiaccio. Le cascate ghiacciate sono una delle attività più affascinanti – e a tratti “estreme” – dell’alpinismo.

Le condizioni cambiano a seconda del meteo, dell’annata, dell’esposizione solare. Serve esperienza, preparazione, capacità di valutazione perché l’arrampicata su ghiaccio sia un’attività sicura. I corsi del CAI o le Guide Alpine sono un’ottima strada per avvicinare questo mondo. L’improvvisazione o la sopravvalutazione delle proprie capacità può essere molto pericolosa. 

Nonostante il tempo e le esperienze passate, tecniche e materiali sono tutt’oggi in continua evoluzione. La costruzione di attrezzature altamente specifiche, l’allargamento del campo di azione nella continua ricerca di salite sempre più difficili, dove poter sperimentare tecniche diverse ed una nuova gestualità, hanno contribuito a cambiare le regole del gioco. 

Come per l’arrampicata su roccia, anche nelle salite dei flussi gelati, è cambiato l’approccio di chi si avvicina per la prima volta a questa disciplina. Infatti gli ultimi corsi hanno dimostrato che anche un novizio appresi i primi rudimenti della piolet traction è in grado di salire le cascate più facili, ma non dimentichiamo che solamente anni di attività e sperimentazione personale danno la possibilità di muoversi sul terreno in modo ragionevolmente sicuro.

Le cose da sapere

Ghiaccio vetroso Privo di inclusioni, trasparente, si forma con temperature molto basse, di consistenza elevata ma assai fragile, tende a scagliarsi in superficie; per cui spesso dopo il primo colpo di piccozza, che rompe la superficie, è opportuno insistere ancora nello stesso punto per conficcare bene l'attrezzo. 

Ghiaccio compatto e duro Sostanzialmente privo di inclusioni di aria, si forma con temperature basse, di aspetto opaco e colore bianco azzurrino. Si presenta con una superficie relativamente tenera (parte interna dura e consistente ricoperta da uno strato esterno più plastico) permette una buona tenuta degli attrezzi e si scheggia poco. E' il ghiaccio ideale che si vorrebbe sempre trovare. 

Ghiaccio secco Di colore lattiginoso, può essere cariato o compatto, la sua denominazione deriva dal fatto che esso ha avuto origine da esposizione prolungata a temperatura assai bassa, tanto che la mancanza di acqua di scioglimento ne impedisce la rigenerazione e ne deriva un ghiaccio molto poco plastico e duro con spessori alquanto limitati. La progressione in questi casi è molto delicata 

Ghiaccio poroso Poco compatto perché ricco di inclusioni di aria chiaramente visibili, molle perché presenta temperature relativamente elevate (prossime agli 0° C). Di colore opaco, di aspetto lattiginoso. Di consistenza più bassa dei tipi prima citati permette una progressione più facile e veloce, ma a parità di infissione la tenuta degli attrezzi è minore. 

Ghiaccio marcio Di colore grigio biancastro, con alta percentuale di acqua, molto umido, scarsamente aderente al fondo. Si trova dopo un lungo periodo di temperature elevate, con irradiazione solare molto forte o con eccesso di fusione sottostante. E' molto pericoloso perché rischia di crollare ad ogni momento, non permette ancoraggi sicuri per cui se non si può evitare occorre procedere con estrema cautela e delicatezza. 

Ghiaccio cariato o alveolato Questo tipo di ghiaccio ha origine quando l'esposizione solare è intensa o prolungata (esposizione a Sud), dopo periodi caldi (a fine stagione) oppure a causa di caduta di acqua che provoca sulla sua superficie la formazione di particolari conformazioni a cavità, buchi o piccole fessure ad andamento verticale. La progressione su questo tipo di ghiaccio consente un forte uso degli attrezzi in aggancio, con difficoltà a sistemare protezioni affidabili. 

Ghiaccio crostoso Caratteristico per la sua struttura tipo sandwich che sovrappone ad uno strato di neve più o meno spesso una crosta ghiacciata. Si forma spesso alla base delle cascate per congelamento delle gocce di acqua che cadono su di uno strato di neve fresca, originando questa pericolosa crosta. Non permette alcuna protezione e non garantisce sicurezza agli attrezzi nella progressione per il pericolo di cedimento della crosta.