Con gli sci, all’aria aperta, divertendosi in salita e in discesa. Negli ultimi anni lo scialpinismo e il freeride sono in costante ascesa.
Si tratta di attività profondamente a contatto con la natura, dove il fascino dell’avventura deve andare di pari passo con la prevenzione. Sicuri in Montagna ha negli anni investito molte risorse per migliorare l’approccio alla sicurezza degli scialpinisti. Oggi c’è maggiore consapevolezza ma bisogna ancora migliorare la preparazione tecnica di chi affronta la montagna invernale. E’ necessario padroneggiare l’uso di ARTVa, pala e sonda per trovare ed estrarre velocemente i feriti dal fronte delle valanghe. Come è importante diffondere sempre di più le tecniche di BLSD (Basic Life Support and Defribillation), che possono garantire a chi si trovasse a lungo sotto la neve un aiuto sanitario in attesa dei soccorsi organizzati.
Considerando il numero totale delle persone travolte da valanga, il tasso di mortalità negli ultimi anni (dati CNSAS) è circa del 13%. Le persone non completamente sepolte, o con almeno parte del corpo o del loro equipaggiamento visibili sulla superficie della valanga, sono quelle che hanno le migliori possibilità di sopravvivenza. Esiste una forte correlazione tra il tempo medio di sepoltura e la probabilità di sopravvivenza in un incidente da valanga: il tempo medio di sepoltura di persone completamente sepolte e sopravvissute negli incidenti da valanga è di 11 minuti, mentre il tempo medio di sepoltura di persone rimaste uccise in una valanga è di 120 minuti. Per questa ragione, per aumentare la probabilità di sopravvivenza, occorre mirare ad una riduzione del tempo di sepoltura mediante l’uso dell’ARVa o alla valutazione di come evitare la sepoltura mediante l’utilizzo di un “avalanche airbag” (=ABS, airbag da valanga) e nuove tecnologie simili.
Le statistiche internazionali parlano chiaro. La probabilità di sopravvivenza, nel caso di seppellimento totale, in assenza di traumi importanti, è elevata entro 15 minuti (con il 92% di possibilità di ritrovamento in vita) e cala drasticamente del 62% dai 15 ai 35 minuti (solo 30% di possibilità di ritrovamento in vita). La principale causa di morte è l’asfissia, che supera il 50% dei casi nel seppellimento totale, da cui deriva l’importanza di proteggere le vie respiratorie durante la fase di travolgimento. I tempi di ritrovamento restano il problema maggiore ed il recupero di travolti, ancora in vita, si riferisce solo a particolari situazioni, soprattutto relative alla possibilità di avere uno spazio davanti alla bocca: la cosi detta "sacca d'aria" o "air pocket".
Per un idoneo autosoccorso sono assolutamente necessari alcuni strumenti quali l'ARTVa, LA PALA DA VALANGA E LA SONDA, dispositivi indispensabili. Potrebbe sembrare paradossale, ma senza uno solo di questi strumenti sarebbe come andare in bicicletta senza le ruote. E’ paradossale perché, in sostanza, chi vuole andare in montagna ci va come crede, nella più assoluta libertà, ma se la sicurezza deve essere ritenuta prioritaria, questi comportamenti sono d’obbligo. La presente analisi è indispensabile per ricordare che questo tipo di eventi, spesso tragici, richiedono operazioni di soccorso fra le più pericolose per chi le attua. Queste osservazioni potrebbero essere sufficienti per far riflettere chi fa della coltre nevosa la sua più sfrenata passione, senza pensare alle conseguenze che ne potrebbero derivare. E’ un dato inconfutabile: pochi conoscono l’esistenza dell'A.R.T.V.a. Letteralmente l’acronimo proviene dalla Francia e significa (Apparecchio di Ricerca Travolti in Valanga). Pochi sanno che l’evoluzione continua di questi strumenti ha portato ad un perfezionamento tale che è quasi impossibile fallire una ricerca. Ma l'ARTVa va conosciuto, ancor meglio degli sci e delle pelli di foca. L'ARTVa è dinamico, si muove, si modifica, risponde a segnali che riconosce e che è necessario saper riconoscere. Per questo ci vuole addestramento e questa indicazione mal si sposa con chi ricerca spensieratamente la libertà ed il divertimento! Ma l'ARTVa, da solo, non è sufficiente; oltre alla necessità di una continua esercitazione deve essere abbinato ad una sonda, possibilmente di veloce montaggio; una sonda che consenta di stabilire, con precisione una volta individuato con l'ARTVa il sepolto, la profondità di seppellimento e di valutare lo strato di neve da liberare.
Richiedi Informazioni
Sci Alpinismo